giovedì 14 febbraio 2013

Esperienza dell'Istituto Besta Sociale



Ecco l'esperienza di:
Classi 4° A e 4° B Ist.Besta servizi sociali

L’Istituto Besta sociale ha aderito quest’anno al progetto Voci di Fuori Voci di Dentro con due classi quarte guidate da cinque insegnanti referenti.
La proposta di partecipare non è arrivata dagli insegnanti, ma dagli studenti stessi, interessati e motivati dopo aver sentito dell’esistenza di questo progetto che avvicina il mondo del carcere minorile e quello della scuola. Questi ragazzi hanno fin da subito dimostrato, oltre ad una sensibilità personale, anche particolari predisposizione e competenza derivate dalla scelta formativa.
Questi aspetti si sono espressi attraverso un video di presentazione della classe ed un lavoro di riflessione sulle tematiche di inclusione ed esclusione nell’ambito del lavoro. Questa riflessione, molto impegnativa, è stata sviluppata con creatività attraverso un cortometraggio divertente -e decisamente efficace- per spiegare come apparenza e pregiudizio condizionino il mondo del lavoro e la scelta di una persona piuttosto che un’altra. Sono stati rappresentati vari tipi di stereotipo, la ragazza bella e spregiudicata, il datore di lavoro razzista e attento solo alle apparenze …, in modo ironico ma acuto.
Oltre a questo strumento, i ragazzi hanno anche utilizzato il testo di una canzone per esprimere l’idea che …si può ricominciare, l’idea del dolore e della fatica generate dal giudizio altrui e dall’esclusione. È stato un bel modo di avvicinare l’arte, la musica e ciò che è familiare e caro ai ragazzi a un tema apparentemente lontano e pesante. Questa scelta sottolinea anche il fatto che il gusto per il bello è profondamente educativo e genera inclusione, unione e dialogo.
Il momento, però, più intenso dell’esperienza, è stato l’ingresso all’istituto penale minorile da parte di 18 studentesse il giorno 19 dicembre scorso. Il gruppo si è avvicinato all’esperienza con consapevolezza e con sincerità, senza forzature. C’è stata un po’ di paura nella fase iniziale, quando il chiudersi di cancelli e portoni alle proprie spalle ha dato sensazioni di oppressione e freddezza. Quando il gruppo, però, si è incontrato con i ragazzi detenuti, la tensione si è sciolta. C’è stata la capacità di vedere ciò che era comune, la vicinanza, il fatto di trovarsi davanti ragazzi della stessa età, con desideri e modi di fare simili ai propri.
Il giudizio è stato sospeso e il clima è diventato subito caldo e rilassato, senza la pretesa che le cose filassero tutte lisce da subito. 
Anche nella condivisione con i compagni, i ragazzi che sono entrati all’IPM hanno saputo portare un contributo consapevole e critico, senza falsi buonismi, dando vita ad un confronto ricco e vivace. Alla luce di questi sviluppi sentiamo quindi di poter valutare positivamente questa prima fase dell’esperienza, sicuramente formativa per gli studenti, sia sul piano della crescita personale, sia sul piano dell’arricchimento curricolare per il lavoro nell’ambito sociale.
Fondamentale è stato il ruolo degli insegnanti come supporto all’esperienza, come mediatori e come collaboratori organizzativi, perché hanno saputo stimolare i partecipanti all’impegno nel realizzare il compito richiesto, ma anche a sviluppare una riflessione in modo creativo e nel rispetto delle individualità.

Elena, referente Laboratorio Scuola e Volontariato

1 commento:

  1. Il progetto “voci di dentro voci di fuori” fin da subito ha entusiasmato noi ragazzi e gli insegnanti.
    Le varie attività e i vari incontri ci hanno permesso di “includerci” in una realtà diversa e molte volte distante da noi ragazzi. Il tema era centrato sull’inclusione e l’esclusione dal mondo del lavoro. Subito non abbiamo capito cosa potesse centrare con la realtà del carcere, poi, entrando in IPM (istituto penale minorile) c’è parso più chiaro come per questi ragazzi sia importante e stimolante essere “inclusi” non solo nella scuola o nel lavoro futuro, ma, anche quanto sia importante poter far parte di un progetto che li stimoli e che permetta loro di esprimere le proprie idee e i propri pensieri.
    A noi è piaciuta molto la loro curiosità e la loro voglia di mettersi in gioco. Ci ha permesso di capire quanto questi ragazzi assomiglino a noi.

    Le ragazze di 4^B

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